
Come si fa a spiegare ad una dolce nonna che nella vita fai il Growth Hacker?
È molto difficile e spesso ci rinunciamo. Sappiamo benissimo però che questa giovane materia è la combinazione di marketing, programmazione e service design funzionale all’attività di individuare metodi più efficaci per far crescere il proprio business.
Spiegarlo ad una nonna è davvero difficile!
Ma cosa fa un Growth Hacker?
Sintetizzando potremmo dire: è un professionista che conosce i principi di digital marketing e di programmazione; lavora con risorse limitate, budget contenuti e tempi serratissimi; aumenta il traffico e le conversioni per trasformare quanti più visitatori possibili in utenti.
Anche semplificando il più possibile molti, compreso la tua dolce nonna, non capirebbero. Ma tu che lavori in un team di Growth Hacking devi conoscere alla perfezione quello che rappresenta il mindset del Growth Hacker.
Devi sapere quali sono le persone giuste per il tuo team (leggi l’articolo) e avere un vocabolario ampio che comprenda terminologie e processi fondamentali per il tuo lavoro (qui trovi il nostro glossario).
In un precedente articolo abbiamo parlato della differenza tra KPI e OKR (leggi l’articolo). Oggi invece ti parliamo delle metriche fondamentali per qualunque strategia tu scelga con l’obiettivo di far crescere il tuo business o quello di un tuo cliente.
Un rapporto che indica la frequenza con cui gli utenti fanno clic sull’annuncio o sulla scheda di prodotto gratuita. La percentuale di clic (CTR) può essere utilizzata per misurare il rendimento delle parole chiave, degli annunci e delle schede gratuite.
Il CTR è il numero di clic ricevuti dal tuo annuncio diviso per il numero di volte in cui l’annuncio viene visualizzato: clic ÷ impressioni = CTR. Ad esempio, se hai 5 clic e 100 impressioni, allora il CTR è pari al 5%.
Ogni annuncio, scheda e parola chiave ha il proprio CTR, che è mostrato nel tuo account.
Un CTR elevato è un buon indicatore del fatto che gli utenti trovino annunci e inserzioni utili e pertinenti. Il CTR contribuisce anche al CTR previsto (un componente del ranking dell’annuncio) delle parole chiave. Tieni presente che un buon CTR dipende dal prodotto o servizio che pubblicizzi e dalle reti che utilizzi.
Puoi utilizzare il CTR per misurare quali annunci, schede e parole chiave hanno un buon rendimento e quali devono essere migliorati. Quanto più le tue parole chiave, le tue schede e i tuoi annunci sono correlati gli uni agli altri e alla tua attività, maggiori sono le probabilità che un utente faccia clic sul tuo annuncio o sulla tua scheda dopo aver effettuato una ricerca utilizzando la tua frase chiave.
Supponiamo che il tuo annuncio riceva 500 impressioni e venga cliccato 10 volte, quindi il CTR della tua campagna sarà del 10%. Un CTR buono o superiore indica che il tuo annuncio è pertinente e aiuta gli utenti a trovare il servizio/prodotto giusto.
È il costo che un Growth Marketer ha per acquisire un nuovo cliente. È una delle metriche fondamentali e più riesci a ridurlo migliori saranno i risultati del tuo lavoro.
Acronimo di Cost per acquisition o cost per action è una metrica utilizzata per la valutazione dell’efficacia delle campagne pubblicitarie. Attraverso il CPA si misura il costo unitario necessario per ottenere una determinata azione obiettivo, come un click, una vendita o la generazione di un lead.
La formula per calcolare il CPA di una campagna tiene conto di due elementi chiave: il costo della campagna e il numero di azioni ottenute. Il CPA si ottiene dal rapporto fra il costo totale della campagna pubblicitaria e il numero di azioni generate dalla stessa. Se una campagna ha avuto il costo di 1500 euro è ha generato 100 azioni, il valore del CPA sarà di 15 euro.
Il tasso di conversione (Conversion Rate) è il numero medio di visitatori che si convertono in lead o clienti.
Diciamo che il tuo sito di e-commerce riceve 100 clic in una settimana e da questi ricevi 20 vendite, il tuo tasso di conversione sarà del 20% (sarebbe un sogno).
In scenari ideali, maggiore è il tasso di conversione, meglio è!
Il valore che il cliente porta all’azienda nell’arco di tutta la durata del loro rapporto. Ad esempio: se io ho acquisito un cliente a 50€ e lui ha speso 45€ sul mio sito, a prima vista potrebbe essere un cliente negativo.
Tuttavia se so che il LTV medio del mio cliente è 120€ lo stesso cliente potrebbe diventare un cliente profittevole.
Il CPM o Costo per Mille è la spesa che devi sostenere in ogni annuncio per raggiungere 1000 persone. Si determina attraverso la divisione del costo della campagna o dell’annuncio per il numero di contatti raggiunti. Il risultato di questa divisione si moltiplica per mille.
È il ritorno dell’investimento pubblicitario e misura i ricavi lordi generati da ogni euro speso nella nostra campagna. È infatti il risultato della sottrazione Ricavi Advertising – Costi in Advertising.
È il ritorno dell’investimento. Il ROI misura il profitto generato da una campagna in relazione al suo costo di investimento e quindi misura la performance di una strategia adottata.
Si calcola come (Utile Netto / Capitale Investito) x 100%
Un approccio per vedere l‘impatto della pubblicità a pagamento sulle entrate piuttosto che sulla redditività canale per canale. Ciò consente un’analisi di livello più approfondito sulla spesa pubblicitaria come parte più ampia del puzzle di marketing, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sul ritorno sulla spesa pubblicitaria.
Si calcola in questo modo: Media Efficiency Ratio (MER) = Entrate totali / Spesa media totale a pagamento.
RFM sta per Recency, Frequency e Monetary value e ciascuno corrispondente ad alcune caratteristiche chiave del cliente. Queste metriche sono indicatori importanti del comportamento di un cliente perché la frequenza (F) e il valore monetario (M) influiscono sul life time value di un cliente e la recency (R) influisce sulla fidelizzazione.
Le abbiamo lasciate per ultime e non è un caso. Il nome ci suggerisce già il significato generico.
Le vanity metric sono metriche che fanno fare bella figura davanti agli altri, ma non aiutano a capire i risultati per delineare le strategie future. Sono importanti? Senz’altro anche se non le possiamo ritenere al pari di quelle citate in precedenza.
Tutto chiaro?
Dai un’occhiata al nostro Glossario (qui)
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